La nuova rassegna “ORIZZONTI DI SPERANZA” vuole essere un percorso tra spiritualità e cultura in sei tappe, con l’obiettivo di stimolare la riflessione sui vari volti della speranza, suscitare confronti e creare occasioni di condivisione, individuando possibili percorsi di vita.

La novità che caratterizza il palinsesto cinematografico 2014-15 è data dalla partecipazione di testimoni significativi, che racconteranno la loro esperienza sui temi affrontati. Si passerà, dunque, dallo schermo alla vita e, attraverso la condivisione, ad un orizzonte di progettualità che ci si augura gravido di speranza…!

Il percorso cinematografico d’autore è organizzato dall’Ufficio per la Cultura della Diocesi di Ragusa, in collaborazione con gli Uffici diocesani di pastorale familiare e di pastorale giovanile, il Centro Studi di Spiritualità e Cultura Calicantus e la Cattedra di dialogo tra le culture.

L’iniziativa costituisce altresì un momento importante in cui giovani, famiglie, religiosi, insegnanti, artisti, operatori del terziario, etc. possono ritrovarsi per riflettere insieme su temi di scottante attualità e di vitale importanza.

 

CALENDARIO E CONTENUTI

Lunedì 10 novembre (Cinema Lumiere – Ragusa, ore 19.30)

DEPARTURES

di Yōjirō Takita (Giappone 2008, Drammatico – durata 130 min.)04_departures[1]

Daigo Kobayashi, giovane violoncellista, dopo lo scioglimento dell’orchestra nella quale suonava si trasferisce insieme alla moglie Mika nella sua vecchia casa alle porte di Yamagata, suo paese natale. Sul giornale locale trova una singolare offerta di lavoro da parte di una impresa che cerca aiutanti “accompagnatori”. Daigo attratto dalla parola ‘partenze’ si reca in quella che crede un’agenzia di viaggi. Qui scopre però che il viaggio di cui parlava l’inserzione non è altro che la preparazione cerimoniale dei corpi prima della cremazione. L’incontro ricorrente con la morte e con la sofferenza di chi ha perso una persona cara, sarà l’occasione per Daigo di scoprire i sentimenti e i valori duraturi della vita. L’evolversi delle situazioni porteranno i protagonisti a fare i conti con la realtà accorgendosi alla fine che la morte è solo un congedo, un naturale cammino verso un mondo imperscrutabile e nascosto. Un canto corale di speranza verso le realtà che non si vedono ed un invito ad attenderle con perseveranza (cfr. Rm 5,25).

Interviene:

Prof.ssa Agata Pisana

Ufficio pastorale familiare

 

Lunedì 24 novembre (Cinema Lumiere – Ragusa, ore 19.30)

CESARE DEVE MORIRE

di Paolo e Vittorio Taviani (Italia 2012, Drammatico/documentario – durata 76 min.)

Nella sezione di Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia il regista Fabio Cavalli prova il “Giulio Cesare” di Shakespeare: come attori ci sono i detenuti, dei quali alcuni segnati dal “fine pena mai”. Quotidianamente, nelle celle, nei locandina[1]cubicoli dell’ora d’aria, nei bracci del penitenziario, il film documenta le cadenze oscure delle giornate dei reclusi e di come, attraverso prove che sempre più li coinvolgono nel profondo, s’innerva di forza e di vita la pagina del grande testo shakespeariano, fino al successo della messa in scena, davanti ad un pubblico, nella sala teatrale di Rebibbia. «Ora questa cella», dice uno dei detenuti dopo la recita, «è diventata una prigione». Il film, in realtà, è riuscito a trasformarla in qualcos’altro. Il ring dove combattere per dimostrare che nessun reato può privare nessuno di un riscatto. Un esempio vivo e concreto di come sia possibile utilizzare il potere trasformativo dell’arte per favorire la ricomposizione delle relazioni sociali, per sostenere processi di riconciliazione di comunità e per essere capaci, a livello individuale e collettivo, di pensare il cambiamento. «L’arte per chi ha commesso gravi crimini diventa non solo uno strumento di crescita e rinascita ma può essere anche uno strumento di lavoro per il futuro. Una speranza in più» (Cosimo Rega, detenuto attore).

Intervengono:

Dott.ssa Rosetta Noto

Responsabile Area Educativa della Casa Circondariale di Ragusa

Gianni Battaglia

Regista e attore

Gianni Guastella

Musico-terapeuta

 

Lunedì 12 gennaio  (Teatro Naselli – Comiso, ore 19.30)

BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE

di Giacomo Campiotti (Italia 2013, Commedia/drammatico/romantico – durata 102 min.)

Tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro D’Avenia, il film racconta in prima persona la storia di Leo, adolescente irrequieto e vulnerabile, che stenta negli studi, mentre trascorre le sue giornate tra amici, calcetto e musica. Il tempo a scuola non passa mai e gli insegnanti sono visti come “una specie protetta che speri si estingua definitivamente”. Per lui la vita può averelocandina[3] solo due colori, il bianco e il rosso: il bianco del nulla e il rosso dell’amore. Rosso è anche il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza di cui è innamorato e verso la quale non trova il coraggio di manifestarsi. Quando finalmente riesce a parlare con lei, scopre che sta vivendo un grande dolore. E per questo Leo si troverà a crescere e fare delle scelte, appoggiato inaspettatamente da persone sulle quali non avrebbe mai sperato… Un ritratto fedele ed originale della forza creativa insita negli adolescenti e della loro capacità di sperare e ambire a cose alte. Quanto adulti, educatori, amici sanno farsi attenti e compagni nei confronti di tali aneliti di costruttiva speranza? Quanti ricordano, con Giovanni XXIII, che “la vita è la realizzazione del sogno della giovinezza”?

Intervengono:

Rappresentanti del mondo della scuola

Giovani volontari

Gruppo “Giovani Volontari” di Comiso (Ass. Calicantus)

Anna Maria Calzolaro e Agata M. Pinkosz

Missionarie dell’Immacolata padre Kolbe

 

Lunedì 19 gennaio  (Teatro Naselli – Comiso, ore 19.30)

LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

di Pier Francesco Diliberto (Italia 2013, Commedia/drammatico – durata 90 min.)

Crescere e amare nella Palermo della mafia. Un racconto lungo vent’anni attraverso gli occhi di un bambino, Arturo, che diventa grande in una città affascinante e terribile, ma dove c’è ancora spazio per la passione e il sorriso. La mafia uccide solo d’estate è, infatti, una storia d’amore che racconta i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della sua amata Flora, una compagna di banco di cui si è invaghito alle elementari e che vede come una principessa. Sullo sfondo di questa tenera ma divertente storia, scorrono e si susseguono gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia tra gli anni ‘70 e ‘90. Un modo nuovo di raccontare la mafia. Un film che dissacra i boss e restituisce file-06683-media[1]l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia. Un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti. Perché nel quotidiano la catastrofe non la si può evitare, quando deflagra violenta e totale, decisa da altri e messa in moto da mani occulte: ma dalle macerie si può far uscire qualcosa, lavorando sull’onesta condivisione del dolore e la memoria.

Intervengono:

I dirigenti scolastici della città di Comiso

Insegnanti, genitori e alunni

Dott. Claudio Maggioni

Giudice al Tribunale di Ragusa

Dott.ssa Stefania Pace

Associazione “Libera” – Ragusa

 

Lunedì 26 gennaio (Multisala Golden – Vittoria, ore 19.30)

VIGILIA DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

ANITA B.

 di Roberto Faenza (Italia/Ungheria 2014, Drammatico – durata 90 min.)

Cosa è accaduto ai sopravvissuti dei campi di sterminio? Chi sono? Come vivono? E quanto amore, quanta speranza c’è ancora nel cuore, nonostante gli orrori patiti? A queste domande prova a rispondere Anita B., che consegna alla famiglia che la ospita il suo essere sopravvissuta, un senso di fragilità insieme a un coraggio irriducibile. È lei a testimoniare a chi gli sta intorno, non la violenza di Auschwitz, ma il motivo perché essa non debba mai essere cancellata. Ma le persone intorno alla protagonista sono distratte, senza voglia di ascoltare o di domandarsi il perché di certe ferite inferte da un2015-01-25-175535238606-anita_b.jpg.800x700_q85[1] male gratuito: l’enigma di  uomini che rimuovono il passato per paura di affrontare il presente ancora insanguinato. Ma la speranza riesce sempre ad affondare le sue radici tra le pieghe dolorose del tempo fino a toccare il mistero della vita e ad aprire allo stupore di una nuova nascita… Riusciamo a cogliere il suo invito?

Intervengono:

Rappresentanti del mondo della scuola

Prof.ssa Lella Colombo

Esperta di Shoah

Dott.ssa Delizia Distefano

Ufficio pastorale familiare – Consultorio familiare di Vittoria

 

Lunedì 9 febbraio (Multisala Golden – Vittoria, ore 19.30)

SERAPHINE

di Martin Provost (Francia/Belgio 2008, Biografico/drammatico – durata 125 min.)

Senlis 1913. Una modestissima governante, che per una ricca famiglia del luogo svolge le più umilianti faccende domestiche, si rintana nella notte nella sua piccola mansarda, al lume di una lampada a petrolio, cantando salmi e inni spirituali. Ha preso del sangue in una macelleria, scavato la terra da un piccolo corso d’acqua, raccolto bacche dai cespugli del bosco. È una speziale? Una strega che usa quelle sostanze per i suoi riti magici? Niente di tutto ciò, Seraphine è una pittrice, autodidatta, che utilizza la terra, il sangue, le bacche per dipingere i suoi quadri. Ma la sua mente è destinata a smarrirsi, così la distanza con i suoi vicini del villaggio ad aumentare fino alle estreme conseguenze… La vera storia di un’antesignana dell’arte Naif, Seraphine De Senlis, che ha osato sperare fino alla follia: è così che l’arte si fa dramma e 220px-Seraphineposter[1]testimonianza di amore. Una provocazione alla “normalità” borghese senza più desiderio, alla cecità di chi ha rinchiuso la speranza nei luoghi comuni, negli orizzonti corti, in sguardi privi di stupore, in vite sempre più povere dell’essenziale.

Intervengono:

Dott.ssa Teresa Palma

Presidente della Cooperativa “Ozanam” di Vittoria

Marco Iacono

Operatore sociale presso la casa famiglia per disabili mentali di Vittoria

Anna Maria Calzolaro e Agata M. Pinkosz

Missionarie dell’Immacolata padre Kolbe

Testimonianze

 

 

 

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