
Luogo di preghiera, di pace e di cultura.
Scrigno di arte, di accoglienza e di incontro.
Un viaggio attraverso i secoli
Il più antico nucleo dell’attuale Chiesa conventuale di San Francesco all’Immacolata, oggi Monumento Nazionale, dovrebbe risalire al 1300-1318.
Tra la fine del sec. XVI e l’inizio del sec. XVII la chiesa di S. Antonio fu intitolata a S. Francesco d’Assisi e solo recentemente, il 6 dicembre del 1997 il Vescovo di Ragusa Mons. Angelo Rizzo dichiarò la chiesa Santuario mariano diocesano col titolo di Santuario di San Francesco all’Immacolata.
L’impressione immediata che genera nello spettatore è la ricerca di una semplicità che ha sapore francescano: povera ma essenziale. L’ingresso è arricchito da un portale dalla forma semplicissima. Due colonnine affusolate, tipico esempio della moda degli ultimi anni del XV sec. – primi XVI sec. Stringono un largo architrave. Capitelli con foglie d’acanto risentono ancora di modelli gotici.
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La Chiesa di S. Antonio fu annessa al Convento dei Minori Francescani, edificato sotto i Naselli, signori di Comiso, nel 1478 e sempre ad opera dei Naselli, subì importanti lavori di rifacimento nel 1550, che le conferiscono l’aspetto che mantiene ancora oggi nella struttura: la chiesa è orientata e il prospetto è a capanna. Il paramento murario del prospetto è costituito da piccoli conci squadrati a regola d’arte e legati con poca malta cementizia. L’impressione immediata che genera nello spettatore è la ricerca di una semplicità che ha sapore francescano: povera ma essenziale.
L’ingresso è arricchito da un portale dalla forma semplicissima. Due colonnine affusolate, tipico esempio della moda degli ultimi anni del XV sec. – primi XVI sec. Stringono un largo architrave. Capitelli con foglie d’acanto risentono ancora di modelli gotici. Al di sopra dei capitelli un delicato architrave con lunetta. Al di sopra ancora un oculo con transenne traforato e doppia svasatura.
L’Ottocento
I lavori di restauro post colera del 1837 cominciarono dalla chiesa. La chiesetta di S. Francesco nella nudità dei suoi conci, nella povertà delle travi a vista della copertura, non rispondeva al gusto del tempo che esigeva più ricchezza e colori. Per tale motivo da luglio a settembre 1843 venne rifatta la copertura lignea del tetto, venivano chiuse le antiche finestre e ne venivano aperte altre asimmetriche.
Tutte le pareti, compresa quella sovrastante l’arco maggiore, furono spicconate e quindi passate di calce, il tetto a capriate fu dismesso e la chiesa prese un nuovo aspetto con la volta a botte, che però ne falsava la semplicità originaria.
La Biblioteca Francescana
La Biblioteca Francescana “S. Antonio di Padova” è dotata di più di 7.000 volumi di alto pregio. Per coloro che desiderano ritrovare una propria dimensione di studio per alimentare lo spirito, vi è la possibilità di usufruire di postazioni confortevoli, di collegamento wi-fi e di attingere al sapere delle diverse discipline. Gli ambiti più forniti sono: teologia, filosofia, storia, pedagogia, psicologia, letteratura classica e moderna, italiana e straniera, arte, economia.
La Biblioteca Francescana, oltre a custodire, condividere e conservare il patrimonio librario, si impegna a istituire iniziative culturali per la promozione della cultura francescana, del dialogo interreligioso e della cultura della pace.
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