Mercoledì 7 marzo, presso la sala S. Massimiliano Kolbe del Santuario dell’Immacolata di Comiso, un numeroso pubblico ha partecipato alla conferenza “8 Marzo: Festa della donna – evoluzione ed involuzione”.

 

 

I lavori sono stati introdotti da padre Biagio Aprile, Rettore del Santuario e Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Cultura, il quale, dopo un breve saluto, ha sottolineato l’importanza della festa, momento significativo per celebrare la dignità della donna. Dio ha posto accanto all’uomo questa creatura, come completamento e aiuto, e con il suo sguardo paterno si prende cura dell’uomo, attraverso la donna. P. Biagio ha evidenziato come le relatrici, nel corso della serata, avrebbero accompagnato i presenti a riscoprire i valori più grandi e più belli della donna, a mettere in luce tutti i significati e gli aspetti della figura femminile che, nel corso della storia, spesso, sono stati sottovalutati.

 

Un cammino di crescita, per ripensare il valore culturale dell’essere-donna: la cultura è un momento fondante che nutre la persona e la conduce verso una realtà “alta” che, per noi, è la realtà di Dio. A seguire, è intervenuto il Dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente dell’Associazione Calicantus: ha sottolineato che per l’Associazione collaborare alla realizzazione dell’iniziativa è stata occasione propizia per coniugare cultura e spiritualità; vista in questa ottica, la cultura è sempre un momento formativo e, in questo nostro tempo di assenza di valori e di formazione, promuoverla consente di irrobustire, rinvigorire una società che appare sempre più fragile; una cultura senza un’anima sarebbe soltanto “salotto”.

 

Nell’intervento si coglie come l’uomo e la donna siano un mistero grande, nonostante entrambi creature finite, limitate nella loro contingenza. La cultura non è in grado di cogliere tutto ciò senza l’approfondimento spirituale. Il Dott. Di Mauro ricorda come nei giorni nostri, caratterizzati dall’incontro tra culture diverse (un campo dove l’Associazione si impegna e si spende), è molto importante il momento dell’identità: oggi stiamo smarrendo quella che è la nostra identità occidentale e, quindi, l’identità cristiana sulla quale si fonda la nostra società, anche se, a volte, questi valori che noi stiamo perdendo vengono travisati. Questo evento è, appunto, occasione per ripensare tali valori , ribadirli, riappropriarcene e metterli in campo nella nostra vita.

 

L’incontro ha visto poi i due momenti importanti: l’intervento della prof.ssa Antonietta Iurato Floridia che ha introdotto l’argomento della serata precisando che l’8 marzo non è una festa ma la Giornata Internazionale della Donna, il ricordo commemore di un tragico avvenimento in cui sono morte delle donne per la conquista di questi diritti di cui oggi noi tutte godiamo. Sono stati tanti gli avvenimenti che, dall’inizio del Novecento, hanno portato alla lotta per la rivendicazione dei diritti delle donne; questa giornata, ha precisato la relatrice, fu istituita, durante la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, svoltasi a Copenaghen nell’agosto del 1910 per rivendicare tali diritti.

 

Oggi questa importante ricorrenza ha perso un po’ il suo significato iniziale: mentre ci sono organizzazioni femminili che continuano a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi di varia natura che riguardano il mondo femminile, molte donne considerano questa giornata come l’occasione per uscire da sole con le amiche, lasciando mariti, compagni e figli a casa. La relatrice ha tratteggiato infine, in termini culturali, l’evoluzione della figura femminile nella nostra cultura occidentale: dalla tradizione greca a quella cristiana, fino alla società moderna, per riscoprirla nella sua identità più profonda ed autentica.

 

Il secondo momento è stato tenuto dalla Dott.ssa Concetta Scribano, che ha illustrato il contributo del cristianesimo nella scoperta della vera identità della donna. La dott.ssa Scribano ha descritto uno stile di vita femminile rappresentato da quelle donne che hanno trovato in Cristo il modello primo e ultimo della loro umanità; in particolare, ha presentato la figura di Angela Melici: una donna del 500’, appartenente alla famiglia francescana e che per stile, modo di vivere e di interpretare la realtà, può essere considerata una donna del 900’ perché, come affermato dalla relatrice, la donna ha qualità e virtù innate che sono connaturate al suo essere. Le due relatrici, durante la serata, hanno permesso ai presenti di viaggiare nel tempo per conoscere l’itinerario di evoluzione e involuzione della donna.

 

All’iniziativa hanno collaborato l’Associazione Mater Ecclesia, l’Associazione Calicantus, l’Ufficio Diocesano per la Cultura e la Chiesa Madre di Comiso. Al termine della conferenza i presenti hanno condiviso un rinfresco nel chiostro del convento.

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