Il percorso cinematografico d’autore all’interno della rassegna “Cultura per la Vita” è organizzato dall’Ufficio Cultura della Diocesi di Ragusa, in collaborazione con il Centro Studi di Spiritualità e Cultura Calicantus.
Quest’anno il tema del percorso è Accompagnare, Discernere e Integrare la fragilità delle famiglie, invito tratto dall’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco che l’equipe dell’Ufficio ha voluto cogliere, per l’anno pastorale 2016-17, al fine di suscitare confronti e condivisioni sulle relazioni umane sotto tutti gli aspetti, dalla dimensione affettiva a quella sociale, da quella interiore a quella morale, promuovendo nuovi possibili stili di vita. La ricerca della pace e del perdono, del senso dell’accoglienza incondizionata, del progetto condiviso, stanno infatti alla base di valori familiari; i quali spesso, messi continuamente alla prova, vengono travisati da una certa “modernità” e talvolta calpestati dalla scelta di azioni più comode e dispersive.
Per meglio entrare nel linguaggio cinematografico è prevista, prima della proiezione di ogni film, una presentazione generale. Le serate si concluderanno, terminate le proiezioni, con dei dibattiti curati da alcuni professionisti e aperti al pubblico, al fine di approfondire le tematiche proposte tramite l’arte del cinema.
I FILMS IN PROGRAMMA
Lunedì 23 gennaio, ore 20.00 / Cinema Lumiére – Ragusa
Famiglie e conflitti
Julieta
di Pedro Almodóvar (Spagna 2016, drammatico – 99 min.)
Julieta è una madre rassegnata ormai nella ricerca della figlia Antìa scomparsa misteriosamente da ben 12 anni. Nello smarrimento, un incontro casuale le ridona la speranza di riallacciare la relazione infranta con la figlia che nel frattempo è diventata madre. Almodóvar, rifacendosi largamente al mlocandina[1]ito, alla tragedia greca (e a Jung), propone archetipi e doppi, quali amore e morte, giovinezza e maturità, felicità e perdita. Una riflessione asciutta ed essenziale sulle relazioni umane dei giorni nostri, fuori da ogni schema tradizionale, tutte accomunate dalla ricerca di un amore totale e assoluto. Il soggetto trae spunto dai tre racconti Fatalità, Fra poco e Silenzio del premio Nobel per la letteratura Alice Munro, inclusi nella raccolta In fuga (2004).
Lunedì 30 gennaio, ore 20.00 / Cinema Lumiére – Ragusa
Il patrimonio culturale, valoriale e materiale delle famiglie: tra identità distrutta e rimossa e memoria ritrovata e condivisa.
Woman in gold
di Simon Curtis (USA/Gran Bretagna 2015, Drammatico – 110 min.)
Basata su fatti realmente avvenuti, la storia narra dell’austriaca Mwoman-in-gold-movie-poster-1024x514[1]aria Altmann, ebrea di origini e residente negli Stati Uniti fin dalla giovinezza, alla prese con il recupero del celebre “Ritratto di Adele Bloch-Bauer” – sua zia – di Gustav Klimt, ritratto trafugato dai nazisti per poi diventare, anni dopo, il pezzo forte nella collezione della Galleria Austriaca del Belvedere. Inizia così un lungo ed epico conflitto legale che porterà Maria non soltanto a scontrarsi con lo stato austriaco, ma soprattutto a chiudere i conti con il proprio passato drammatico, in particolare con la tragedia della distruzione della sua famiglia ad opera dei nazisti. Ad aiutarla nel viaggio in Europa e nella memoria, oltre che nella battaglia legale, è un avvocato ebreo, nipote di un grande compositore anche lui austriaco.

Lunedì 6 marzo, ore 20.00 / Multisala Golden – Vittoria
Il valore della Famiglia, tra rispetto della cultura di appartenenza e voglia di indipendenza. Il ruolo dell’istruzione.
Mustang
di Deniz Gamze Ergüven (Turchia/Francia/Germania 2015, Drammatico – 94 min.)
Il gioco spensierato, innocente e libero di quattro sorelle e una cugina sulla spiaggia di un villaggio turco con un gruppo di studenti maschi viene frainteso e la notizia dello ‘scandalo’ giunta ai parenti (lo zio e la nonna) spinge questi a punirle severamente, fino alla ricerca di possibili pretendenti per malocandina[1] (2)trimoni combinati che restituiscano alla famiglia l’onorabilità, la quale, appunto, condizionata dall’ambiente culturale del posto, tesse i fili del corso della storia e dei destini delle ragazze, costringendole ad abbandonare gli studi. Tra domande e angosce, senza manicheismi di sorta, le ragazze si trovano a dover scegliere tra la cultura familiare e le loro spinte verso l’autonomia e l’indipendenza. E se qualcuna accetterà un matrimonio imposto, le altre intraprenderanno altre strade, non semplici e a volte dolorose. Il film invita all’ascolto del complesso mondo adolescenziale femminile, alla scoperta dei delicati e forti sentimenti tra sorelle e ad uscire da limiti culturali pur sempre valicabili, riflettendo pure sul nobile e importante compito dell’istruzione.

Lunedì 13 marzo, ore 20.00 / Multisala Golden – Vittoria
La famiglia: aspetti socio-psicologici e culturali. Tra scelte e responsabilità.
È arrivata mia figlia!
di Anna Muyalert (Brasile 2015, Drammatico – 114 min.)
“A che ora torna?” (mamma), questo il titolo originale di una storia che vuole interrogare a fondo l’abbandono dei figli da parte delle madri, in un effetto a catena di ritardi e deleghe capaci di scardinare la società e alimentare persino la lotta di classe. Sarà così che Jessica, affidata sin da bambina ad una parente nel Nord del paese, facendo ritorno in città per l’esame di ammissione alla facoltà di architettura, nella casa di Donna Barbara, del marito e del figlio, suo coetaneo, presso cui lavora come la tata la madre, sovvertirà ogni regola non scritta di comportamento e metterà sua madre di fro51278[1]nte alle domande che non si è mai posta e ad interrogarsi su scelte, responsabilità ed identità. Il film si connota per la cornice culturale che consente una lettura della stratificazione sociale e della mobilità ascensionale resa possibile dall’istruzione.

Lunedì 27 marzo, Teatro Naselli – Comiso
La famiglia: solidarietà e sostegno nelle prove della vita.
Race
di Stephen Hopkins (Germania/Francia/Canada 2016, Biografico – 134 min.)
A 35 anni dalla sua morte, si racconta la storia di Jesse Owens, l’atleta vincitore di quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Nato e cresciuto nell’America della grande depressione, permeata dal razzismo e dall’immobilismo sociale, Owens diviene leggenda proprio nello stadio Olimpico di Berlino, davanti allo staff politico nazista, sconvolgendo l’opinione pubblica, sia tedesca che americana, annebbiata dal mito della supremazia della razza ariana. Tra conflitti di coscienza race[1]e solide relazioni familiari che lo sostengono nella prova, si snoda la vicenda di un grande spirito, significativa per l’oggi. Una pagina di storia che è anche una lezione sulla lealtà, sul coraggio di sfidare il potere e sui valori dello sport.

Lunedì 3 aprile, Teatro Naselli – Comiso
Famiglie a confronto
Perfetti sconosciuti
di Paolo Genovese (Italia 2016, Commedia/Drammatico – 97 min.)
Una sera a cena un gruppo di quarantenni colti, benestanti e progressisti, amici sodali da tempo, ognuno col proprio carico di segreti, problemi taciuti e tensioni sottopelle, decidono, un po’ per gioco e un po’ per sfida, di condividere pubblicamente i loro telefonini e di leggere ognuno i messaggi, le mail, le chat degli altri. Inizia così un dramma in un crescendo sempre più ingestibile, che costringerà i protagonisti a fare i conti con la propria assenza di identità e consapevolezza all’interno delle relazioni familiari, ovvero con il proprio fallimento e, so52628[1]prattutto, con la propria “frangibilità”. Il film mette a nudo l’altra faccia della luna, metaforicamente quel mondo sommerso di segreti che, a volte, si nascondono dietro l’apparenza di famiglie e di coppie in cui la comunicazione non è profonda e sincera.

 

 

 

 

 

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